Domande Frequenti

Che cos'è l'infertilità?

Per infertilità si intende il mancato raggiungimento della gravidanza dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti con lo stesso partner. (OMS, ESHRE)

Quali sono le cause di infertilità?

Le cause dell’infertilità, sia femminile che maschile, sono numerose e di diversa natura. La letteratura medica sottolinea il ruolo significativo di fattori sociali dovuti a fenomeni complessi come lo stile di vita, la ricerca del primo figlio in età tardiva con maggiori conseguenze sulla fertilità femminile, l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative, l’inquinamento. La prevenzione ed un’adeguata informazione possono svolgere un ruolo importante, soprattutto in casi come l’obesità e le infezioni.

Infertilità femminile

Le cause di infertilità femminile possono dipendere da:

  • Età riproduttiva avanzata: ricerca del primo figlio dopo i 40 anni.
  • Ridotta riserva ovarica: ridotta capacità delle ovaie di produrre ovociti, per cause individuali, mediche, chirurgiche o per età avanzata.
  • Infertilità endocrina ovulatoria: condizione nella quale il ciclo ovarico non esita nella produzione di un ovocita maturo, come avviene nella sindrome dell’ovaio policistico.
  • Fattore tubarico: le tube di Falloppio sono ostruite o danneggiate, rendendo difficile sia la fertilizzazione dell’ovocita che l’arrivo dell’ovocita fertilizzato nell’utero.
  • Endometriosi: malattia infiammatoria cronica nella quale tessuto simile al rivestimento interno dell’utero si posiziona in altre zone della pelvi e/o dell’addome, danneggiando in alcuni casi l’apparato riproduttivo.
  • Fattore uterino: può essere dovuto ad anomalie dell’utero, congenite o acquisite, o a stati infiammatori cronici.
  • Poliabortività: si parla di poliabortività nel caso siano avvenuti due o più aborti spontanei senza alcuna gravidanza a termine intercorsa.

Infertilità maschile

L’infertilità maschile dipende da disfunzioni correlate alla produzione, l’emissione o la funzionalità degli spermatozoi. Le principali cause sono le seguenti:

  • Varicocele: dilatazione varicosa delle vene dello scroto, che può interferire con la produzione degli spermatozoi in quanto innalza la temperatura del testicolo.
  • Criptorchidismo: è la mancata o incompleta discesa di uno o di entrambi i testicoli nello scroto. Si tratta di un difetto congenito che compromette la produzione di spermatozoi.
  • Infezioni: infezioni cronicizzate possono portare all’ostruzione dei dotti deferenti (canali che collegano l’epididimo all’uretra), impedendo il passaggio degli spermatozoi dai testicoli all’esterno mediante l’eiaculazione.
  • Insufficienza ormonale: la produzione di spermatozoi è regolata da ormoni prodotti dall’ipofisi (piccola ghiandola situata alla base del cervello). Se il rilascio di ormoni non è sufficiente i testicoli non sono stimolati a produrre una quantità adeguata di spermatozoi (questo deficit ormonale viene definito ipogonadismo ipogonadotropo).
  • Anomalie genetiche: recentemente sono state scoperte delle anomalie genetiche che causano azoospermia (assenza di spermatozoi) o oligospermia (quantità insufficiente di spermatozoi). In particolare, è nota la cosiddetta “microdelezione” del cromosoma Y: ovvero sul cromosoma Y, il cromosoma che determina l’identità sessuale maschile, mancano alcuni geni necessari alla produzione di spermatozoi.
  • Fattori immunologici: sono dovuti alla produzione di anticorpi antispermatozoo.
  • Infine, in circa il 20% delle coppie infertili, non è possibile trovare una causa di infertilità, e si parla pertanto di infertilità idiopatica.

Quali sono e che cosa fanno le tecniche di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita)?

Le tecniche di procreazione medicalmente assistita consentono di aumentare le probabilità di concepimento della coppia attraverso:

  • la stimolazione ovarica controllata: per ottimizzare la produzione di ovociti;
  • la selezione degli spermatozoi migliori per la fecondazione;
  • l’unione delle cellule riproduttive (ovociti e spermatozoi).

Le tecniche di PMA possono essere più o meno invasive e complesse e essere suddivise in:

  • I livello, IUI o inseminazione intrauterina: gli spermatozoi selezionati e concentrati vengono depositati in utero e l’incontro con l’ovocita avviene a livello intracorporeo, nelle tube femminili;
  • II livello e III livello: FIVET (fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione in utero), ICSI (microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo)

A queste si aggiungono le tecniche specifiche di estrazione degli spermatozoi dai testicoli o dall’epididimo, che sono:

  • TESA (Testicular Sperm Aspiration): aspirazione di spermatozoi dal testicolo tramite un ago;
  • PESA (Percutaneous Epididymal Sperm Aspiration): aspirazione percutanea di spermatozoi dall’epididimo;
  • MESA (Microsurgical Epididymal Sperm Aspiration): aspirazione microchirurgica (con un piccolo ago) di spermatozoi dall’epididimo;
  • TESE (Testicular Sperm Extraction): prelievo microchirurgico di spermatozoi dal testicolo tramite biopsia.

Cosa significa crioconservazione e quando si effettua?

La crioconservazione o congelamento in azoto liquido è una tecnica che consente di conservare le cellule riproduttive (ovociti e spermatozoi) oppure gli embrioni (unione delle cellule maschili e femminili dopo la fecondazione). 

Crioconservazione di ovociti

Gli ovociti possono essere crioconservati con diverse finalità:

  • durante un ciclo di fecondazione in vitro quando il loro numero risulta elevato, per dare la possibilità di ripetere il tentativo senza una ulteriore stimolazione ovarica.
  • preservazione della fertilità nelle donne che devono sottoporsi a trattamenti medici o chirurgici potenzialmente dannosi per gli ovociti, ad esempio chemio e radioterapie per la cura di un tumore.
  • preservazione della fertilità per motivi legati a una volontà personale, nei casi in cui non si pianifica una gravidanza nella piena età fertile (25-35 anni) e si vogliono tenere i propri ovociti disponibili qualora la gravidanza ad età riproduttiva avanzata non arrivasse. Gli ovociti possono restare crioconservati senza un limite temporale.

Crioconservazione di embrioni

La normativa attuale prevede la possibilità di crioconservare gli embrioni sovrannumerari ottenuti nell’ambito di un trattamento di procreazione assistita. Questi embrioni potranno poi essere trasferiti in cicli successivi senza dover effettuare ulteriori stimolazioni ovariche e prelievi di ovociti.

Attualmente le percentuali di successo sono analoghe a quelle degli embrioni trasferiti a fresco.

Crioconservazione di spermatozoi

Analogamente a quanto viene eseguito per gli ovociti, gli spermatozoi possono essere crioconservati nell’ottica di una preservazione della fertilità. In aggiunta, risulta talvolta vantaggioso congelare gli spermatozoi nei casi in cui si sospetta una possibile evoluzione negativa nel tempo nella qualità e quantità degli spermatozoi recuperati.

Quanto tempo devo aspettare prima di fare degli accertamenti?

Una coppia viene definita infertile, se dopo un anno, o al massimo due, di rapporti sessuali liberi, la donna non ottiene una gravidanza. Questa stima è solo di ordine statistico, è cioè una media. Per avere una indicazione più precisa, occorre tenere presente alcuni fattori importanti. In primo luogo, non si può aspettare troppo tempo se la donna ha un’età superiore ai trentacinque anni, i primi accertamenti andranno fatti già allo scadere dell’anno. In secondo luogo, non bisogna perdere tempo se esistono già dei motivi per sospettare un’infertilità. Nel valutare il tempo occorre inoltre tenere conto del periodo in cui la coppia, pur non ricercando un figlio, non ha usato alcun contraccettivo, cioè del tempo complessivo di esposizione. Dato l’aumento dell’infertilità maschile inoltre è opportuno un controllo andrologico e del liquido seminale, sono innocui, non invasivi e consentono di risparmiare tempo prezioso.

Quali sono gli esami da fare?

Bisogna sapere che, nonostante gli esami a nostra disposizione, non è sempre possibile capire qual è la reale causa responsabile dell’infertilità e accanirsi nella ricerca può alle volte diventare una perdita di tempo. Inoltre non tutti gli esami disponibili sono realmente necessari per ogni coppia. Per questo motivo lo specialista valuterà di caso in caso quali esami prescrivere a seconda delle caratteristiche individuali della coppia.

In linea generale, gli esami considerati “basali” per iniziare un percorso diagnostico sono:

  • analisi del liquido seminale
  • valutazione della riserva ovarica e dell’attività ovarica (tramite dosaggi ormonali e valutazione ecografica)

In base a tali esiti preliminari potrà essere valutata la necessità di esami di II livello (es/ esami genetici, esami di pervietà tubarica, isteroscopia ecc..)

 

A chi rivolgersi?

Quando una coppia ha il sospetto o la consapevolezza di avere dei problemi riproduttivi dovrebbe rivolgersi al medico di famiglia, o al ginecologo, il quale dovrebbe indirizzare la coppia verso un centro specializzato in medicina della riproduzione pubblico o privato, con il quale avere una attiva collaborazione che faciliti l’iter diagnostico e terapeutico, e indirettamente riduca lo stress psicologico della coppia.

Quali sono le fasi di un ciclo di fecondazione assistita?

La prima parte del trattamento prevede un’induzione della crescita follicolare multipla, a cui segue il prelievo degli ovociti, la fecondazione extracorporea ed il successivo trasferimento degli embrioni sviluppatisi in vitro (cioè in laboratorio) all’interno dell’utero materno.

I farmaci utilizzati sono pericolosi?

L’induzione della crescita follicolare multipla è effettuata utilizzando in generale sostanze identiche o assai simili a quelle che in natura consentono la maturazione ovocitaria della donna. Si tratta cioè di sostanze il cui unico rischio potenziale riguarda il possibile sviluppo della sindrome da iperstimolazione ovarica (0,6% dei casi). Non ci sono dati che mostrano un aumento del rischio di insorgenza di tumori in donne che utilizzano i farmaci per la stimolazione ovarica.

La stimolazione ovarica anticipa la menopausa?

Nella donna ogni mese alcuni ovociti vengono “reclutati” ed iniziano il processo di maturazione e crescita, ma solamente uno viene selezionato e giunge a maturazione completa; la terapia medica permette la maturazione contemporanea di tutti gli ovociti inizialmente reclutati, ovvero anche di quelli che non avrebbero completato il percorso maturativo; in generale, quindi, non sussistono i rischi di esaurire più precocemente il naturale patrimonio follicolare ovarico della donna e di anticiparne la menopausa.

Dopo quanto si può ripetere un ciclo di trattamento?

I trattamenti possono essere ripetuti dopo circa 1-2 mesi se non ci sono diverse indicazioni da parte del medico che segue la coppia.

È importante sapere che la specie umana non ha un alto potere riproduttivo, si parla di un 25% di possibilità di gravidanza nel rapporto sessuale avuto in coincidenza con il momento dell’ovulazione della donna. Approssimativamente 1 coppia in età fertile su 6 è colpita da sterilità (15% -17%).

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Domande Frequenti

Che cos'è l'infertilità?

Per infertilità si intende il mancato raggiungimento della gravidanza dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti con lo stesso partner. (OMS, ESHRE)

Quali sono le cause di infertilità?

Le cause dell’infertilità, sia femminile che maschile, sono numerose e di diversa natura. La letteratura medica sottolinea il ruolo significativo di fattori sociali dovuti a fenomeni complessi come lo stile di vita, la ricerca del primo figlio in età tardiva con maggiori conseguenze sulla fertilità femminile, l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative, l’inquinamento. La prevenzione ed un’adeguata informazione possono svolgere un ruolo importante, soprattutto in casi come l’obesità e le infezioni.

Infertilità femminile

Le cause di infertilità femminile possono dipendere da:

  • Età riproduttiva avanzata: ricerca del primo figlio dopo i 40 anni.
  • Ridotta riserva ovarica: ridotta capacità delle ovaie di produrre ovociti, per cause individuali, mediche, chirurgiche o per età avanzata.
  • Infertilità endocrina ovulatoria: condizione nella quale il ciclo ovarico non esita nella produzione di un ovocita maturo, come avviene nella sindrome dell’ovaio policistico.
  • Fattore tubarico: le tube di Falloppio sono ostruite o danneggiate, rendendo difficile sia la fertilizzazione dell’ovocita che l’arrivo dell’ovocita fertilizzato nell’utero.
  • Endometriosi: malattia infiammatoria cronica nella quale tessuto simile al rivestimento interno dell’utero si posiziona in altre zone della pelvi e/o dell’addome, danneggiando in alcuni casi l’apparato riproduttivo.
  • Fattore uterino: può essere dovuto ad anomalie dell’utero, congenite o acquisite, o a stati infiammatori cronici.
  • Poliabortività: si parla di poliabortività nel caso siano avvenuti due o più aborti spontanei senza alcuna gravidanza a termine intercorsa.

Infertilità maschile

L’infertilità maschile dipende da disfunzioni correlate alla produzione, l’emissione o la funzionalità degli spermatozoi. Le principali cause sono le seguenti:

  • Varicocele: dilatazione varicosa delle vene dello scroto, che può interferire con la produzione degli spermatozoi in quanto innalza la temperatura del testicolo.
  • Criptorchidismo: è la mancata o incompleta discesa di uno o di entrambi i testicoli nello scroto. Si tratta di un difetto congenito che compromette la produzione di spermatozoi.
  • Infezioni: infezioni cronicizzate possono portare all’ostruzione dei dotti deferenti (canali che collegano l’epididimo all’uretra), impedendo il passaggio degli spermatozoi dai testicoli all’esterno mediante l’eiaculazione.
  • Insufficienza ormonale: la produzione di spermatozoi è regolata da ormoni prodotti dall’ipofisi (piccola ghiandola situata alla base del cervello). Se il rilascio di ormoni non è sufficiente i testicoli non sono stimolati a produrre una quantità adeguata di spermatozoi (questo deficit ormonale viene definito ipogonadismo ipogonadotropo).
  • Anomalie genetiche: recentemente sono state scoperte delle anomalie genetiche che causano azoospermia (assenza di spermatozoi) o oligospermia (quantità insufficiente di spermatozoi). In particolare, è nota la cosiddetta “microdelezione” del cromosoma Y: ovvero sul cromosoma Y, il cromosoma che determina l’identità sessuale maschile, mancano alcuni geni necessari alla produzione di spermatozoi.
  • Fattori immunologici: sono dovuti alla produzione di anticorpi antispermatozoo.
  • Infine, in circa il 20% delle coppie infertili, non è possibile trovare una causa di infertilità, e si parla pertanto di infertilità idiopatica.

Quali sono e che cosa fanno le tecniche di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita)?

Le tecniche di procreazione medicalmente assistita consentono di aumentare le probabilità di concepimento della coppia attraverso:

  • la stimolazione ovarica controllata: per ottimizzare la produzione di ovociti;
  • la selezione degli spermatozoi migliori per la fecondazione;
  • l’unione delle cellule riproduttive (ovociti e spermatozoi).

Le tecniche di PMA possono essere più o meno invasive e complesse e essere suddivise in:

  • I livello, IUI o inseminazione intrauterina: gli spermatozoi selezionati e concentrati vengono depositati in utero e l’incontro con l’ovocita avviene a livello intracorporeo, nelle tube femminili;
  • II livello e III livello: FIVET (fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione in utero), ICSI (microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo)

A queste si aggiungono le tecniche specifiche di estrazione degli spermatozoi dai testicoli o dall’epididimo, che sono:

  • TESA (Testicular Sperm Aspiration): aspirazione di spermatozoi dal testicolo tramite un ago;
  • PESA (Percutaneous Epididymal Sperm Aspiration): aspirazione percutanea di spermatozoi dall’epididimo;
  • MESA (Microsurgical Epididymal Sperm Aspiration): aspirazione microchirurgica (con un piccolo ago) di spermatozoi dall’epididimo;
  • TESE (Testicular Sperm Extraction): prelievo microchirurgico di spermatozoi dal testicolo tramite biopsia.

Cosa significa crioconservazione e quando si effettua?

La crioconservazione o congelamento in azoto liquido è una tecnica che consente di conservare le cellule riproduttive (ovociti e spermatozoi) oppure gli embrioni (unione delle cellule maschili e femminili dopo la fecondazione). 

Crioconservazione di ovociti

Gli ovociti possono essere crioconservati con diverse finalità:

  • durante un ciclo di fecondazione in vitro quando il loro numero risulta elevato, per dare la possibilità di ripetere il tentativo senza una ulteriore stimolazione ovarica.
  • preservazione della fertilità nelle donne che devono sottoporsi a trattamenti medici o chirurgici potenzialmente dannosi per gli ovociti, ad esempio chemio e radioterapie per la cura di un tumore.
  • preservazione della fertilità per motivi legati a una volontà personale, nei casi in cui non si pianifica una gravidanza nella piena età fertile (25-35 anni) e si vogliono tenere i propri ovociti disponibili qualora la gravidanza ad età riproduttiva avanzata non arrivasse. Gli ovociti possono restare crioconservati senza un limite temporale.

Crioconservazione di embrioni

La normativa attuale prevede la possibilità di crioconservare gli embrioni sovrannumerari ottenuti nell’ambito di un trattamento di procreazione assistita. Questi embrioni potranno poi essere trasferiti in cicli successivi senza dover effettuare ulteriori stimolazioni ovariche e prelievi di ovociti.

Attualmente le percentuali di successo sono analoghe a quelle degli embrioni trasferiti a fresco.

Crioconservazione di spermatozoi

Analogamente a quanto viene eseguito per gli ovociti, gli spermatozoi possono essere crioconservati nell’ottica di una preservazione della fertilità. In aggiunta, risulta talvolta vantaggioso congelare gli spermatozoi nei casi in cui si sospetta una possibile evoluzione negativa nel tempo nella qualità e quantità degli spermatozoi recuperati.

Quanto tempo devo aspettare prima di fare degli accertamenti?

Una coppia viene definita infertile, se dopo un anno, o al massimo due, di rapporti sessuali liberi, la donna non ottiene una gravidanza. Questa stima è solo di ordine statistico, è cioè una media. Per avere una indicazione più precisa, occorre tenere presente alcuni fattori importanti. In primo luogo, non si può aspettare troppo tempo se la donna ha un’età superiore ai trentacinque anni, i primi accertamenti andranno fatti già allo scadere dell’anno. In secondo luogo, non bisogna perdere tempo se esistono già dei motivi per sospettare un’infertilità. Nel valutare il tempo occorre inoltre tenere conto del periodo in cui la coppia, pur non ricercando un figlio, non ha usato alcun contraccettivo, cioè del tempo complessivo di esposizione. Dato l’aumento dell’infertilità maschile inoltre è opportuno un controllo andrologico e del liquido seminale, sono innocui, non invasivi e consentono di risparmiare tempo prezioso.

Quali sono gli esami da fare?

Bisogna chiarire che, nonostante gli esami a nostra disposizione, non è sempre possibile capire qual è la reale causa responsabile dell’infertilità ed accanirsi nella ricerca può diventare una perdita di tempo.

Gli esami per l’infertilità sono molti, ma solo alcuni sono indispensabili:

  • analisi del liquido seminale;
  • valutazione della funzionalità tubarica con una laparoscopia o idrolaparoscopia;
  • valutazione ormonale dell’ovulazione;
  • valutazione della cavità uterina con un’isteroscopia.

Gli altri esami sono da eseguirsi in casi particolari, da valutare per ogni coppia.

A chi rivolgersi?

Quando una coppia ha il sospetto o la consapevolezza di avere dei problemi riproduttivi dovrebbe rivolgersi al medico di famiglia, o al ginecologo, il quale dovrebbe indirizzare la coppia verso un centro specializzato in medicina della riproduzione pubblico o privato, con il quale avere una attiva collaborazione che faciliti l’iter diagnostico e terapeutico, e indirettamente riduca lo stress psicologico della coppia.

Quali sono le fasi di un ciclo di fecondazione assistita?

La prima parte del trattamento prevede un’induzione della crescita follicolare multipla, a cui segue il prelievo degli ovociti, la fecondazione extracorporea ed il successivo trasferimento degli embrioni sviluppatisi in vitro (cioè in laboratorio) all’interno dell’utero materno.

I farmaci utilizzati sono pericolosi?

L’induzione della crescita follicolare multipla è effettuata utilizzando in generale sostanze identiche o assai simili a quelle che in natura consentono la maturazione ovocitaria della donna. Si tratta cioè di sostanze il cui unico rischio potenziale riguarda il possibile sviluppo della sindrome da iperstimolazione ovarica (0,6% dei casi). Non ci sono dati che mostrano un aumento del rischio di insorgenza di tumori in donne che utilizzano i farmaci per la stimolazione ovarica.

La stimolazione ovarica anticipa la menopausa?

Nella donna ogni mese alcuni ovociti vengono “reclutati” ed iniziano il processo di maturazione e crescita, ma solamente uno viene selezionato e giunge a maturazione completa; la terapia medica permette la maturazione contemporanea di tutti gli ovociti inizialmente reclutati, ovvero anche di quelli che non avrebbero completato il percorso maturativo; in generale, quindi, non sussistono i rischi di esaurire più precocemente il naturale patrimonio follicolare ovarico della donna e di anticiparne la menopausa.

Dopo quanto si può ripetere un ciclo di trattamento?

I trattamenti possono essere ripetuti dopo circa 1-2 mesi se non ci sono diverse indicazioni da parte del medico che segue la coppia.

È importante sapere che la specie umana non ha un alto potere riproduttivo, si parla di un 25% di possibilità di gravidanza nel rapporto sessuale avuto in coincidenza con il momento dell’ovulazione della donna. Approssimativamente 1 coppia in età fertile su 6 è colpita da sterilità (15% -17%).

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